«Diffondere – attraverso l’apertura, anche in modalità virtuale, degli studi professionali ai cittadini e alle istituzioni – la cultura architettonica, testimoniare e rinnovare la sensibilità nei confronti dell’ambiente, del paesaggio, dei territori e degli spazi per sottolineare che l’architettura è un bene e un valore di tutti e per tutti». Sono questi, come si legge in una nota del CNAPPC, gli obiettivi di Open Studi Aperti, iniziativa – giunta quest’anno alla quarta edizione – promossa dal Consiglio Nazionale degli Architetti PPC e dagli Ordini territoriali, che si svolgerà il 30 e 31 ottobre prossimi.
Al centro di questa quarta edizione, particolare attenzione sarà dedicata al tema della riapertura e del ripensamento degli spazi post-Covid, un’occasione per concentrarci e riflettere insieme su soluzioni realizzate o ancora su carta per garantire la sicurezza e la flessibilità degli spazi; tutti interventi per i quali sono fondamentali le competenze dell’architetto. In questo particolare anno, infatti, l’obiettivo è duplice: da una parte rappresentare nel rispetto delle misure di sicurezza previste dai protocolli sanitari, un rinnovato e diffuso ritorno alla socialità; dall’altro, dimostrare come gli architetti, i pianificatori, i paesaggisti e i conservatori siano in grado di rispondere alle nuove esigenze adeguando gli spazi dell’abitare, del lavoro, dello studio e della socialità.
Chiunque lo desideri può candidare il proprio studio, scegliendo se aprire le porte (anche virtualmente) per una sola giornata o entrambe. Ogni studio avrà la possibilità di scegliere gli eventi ad hoc per l’occasione, spaziando dai talk alle esposizioni. A far da filo conduttore, il tema “l’architetto indispensabile”.
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